Evoluzioni di linguaggio
Piccoli grandi cambiamenti formali per migliorare la lettura di Yekatit 12 attraverso sfumature estetiche su toni di voce e lingue parlate.
Questa domenica 28 luglio alle ore 21 sarò ospite al festival indipendente L’Isola Verde al Parco della Zucca in Bolognina, per un dialogo con Giovanna Cardinale e Queen Ezinne Nnodi sul lavoro sul sto facendo. Se per caso sei a Bologna e hai voglia di passare una serata al fresco e in compagnia, ti aspettiamo.
Di recente ho letto Altri Fumetti di Matteo Gaspari, un saggio illuminante sull’evoluzione del fumetto che consiglio caldamente a chiunque ami questo mondo. Altri Fumetti parla di tendenze e prospettive del settore, ma soprattutto affronta alcuni aspetti di linguaggio importanti, in particolare per un autore:
Relazione tra disegno e testi. Non basta evitare ridondanze, il rapporto tra questi due elementi ha un potere generativo che può, e dovrebbe, creare effetti di senso estetico e narrativo, amplificare l’impatto emotivo.
La definizione di fumetto di Will Eisner come arte sequenziale appare superata, si preferisce quella di arte combinatoria. Il nostro sguardo da lettori è libero di attraversare i disegni sulla pagina, saltare alla fine poi tornare all’inizio, la composizione della tavola deve essere concepita come un unicum.
Prediligere forma ed estetica su messaggio, tema, contenuti narrati. L’importanza di ciò che si vuole comunicare non può andare a scapito del bello. Evitare di ridurre stile, parole, immagini ad una funzione utilitaristica. Curare il tono di voce, l’esperienza visuale, la forma del lettering.
Matteo è uno dei critici di fumetto più acuti che conosca. Dopo aver letto il suo libro, è aumentato il timore di esporre Yekatit 12 al suo giudizio. Ma ecco una regola di Igort (cito a memoria):
Mostrare il proprio lavoro alle persone di cui si ha più paura.
Ho condiviso lo storyboard con Matteo che si è reso disponibile a leggerlo e offrirmi il suo punto di vista. Nella conversazione, davanti ad un paio di birre, sono emersi alcuni temi per rendere il progetto più efficace. Ne condivido un paio:
Variare il tono di voce dei punti di vista narrativi
Differenziare la forma dei ballon tra le lingue dei personaggi
Variare il tono di voce tra i punti di vista narrativi
Yekatit 12 ha due punti di vista narrativi:
il mio: all’inizio e alla fine del racconto
quello di Assegedech Adefris, sorella di Simeon: racconta il cuore della storia durante un’intervista tv
L’idea è di distinguere il più possibile i due toni di voce sia in termini di scrittura che a livello visuale (font, colori, forme). Fino a ora, avevo adottato unicamente una distinzione cromatica: bicromia nelle vignette con la mia voce narrante, policromia in quelle dove parla Assegedech. In questi giorni, ho aggiunto due ulteriori caratterizzazioni su font e scrittura:
Vignette con la mia voce narrante
font in corsivo (italico)
testi relativamente neutri e distaccati.
Vignette con la voce narrante di Assegedech
font regolare
testi più coinvolgenti: a volte ingaggiano l’intervistatore con espressioni retoriche (“sa?”, “si immagini”), a volte con commenti personali (“all’epoca bastava poco”)
Differenziare la forma dei balloon tra le lingue dei personaggi
in Yekatit 12 i personaggi parlano due tipologie di lingue:
Amarico e occasionalmente tigrino, le lingue locali
Italiano, la lingua dell’invasore
Ovviamente, i testi del fumetto sono tutti in italiano. Scriverli in lingua originale, con asterischi e traduzioni a piè di pagina, non avrebbe offerto nessun contributo di significato1, e avrebbe complicato enormemente la fluidità della lettura.
Tuttavia, quello che si può aggiungere è una caratterizzazione delle forme dei balloon, ovverosia:
Balloon standard per la lingua amarica (e tigrina), per trasmettere normalità nella vita degli etiopi.
Balloon con forme poligonali per l’italiano, per comunicare aggressività, militarismo, machismo.
Questo approccio ha uno scopo informativo: rendere esplicito al lettore quando i personaggi parlano in amarico e quando in italiano. Ma c’è un ulteriore situazione, quella in cui i personaggi etiopi o eritrei parlano in italiano. I casi dunque sono tre:
Etiopi / eritrei che parlano in amarico / tigrino
Italiani che parlano italiano
Etiopi / eritrei che parlano italiano
Il terzo caso può essere rappresentato sempre con gli stessi poligoni del secondo caso ma con una lieve modifica: gli angoli diventano leggermente stondati e la pipetta (indica chi sta parlando) prende forme ondulate. Questo trattamento ha la funzione di far sentire al lettore la difficoltà della popolazione locale di parlare in italiano. Nella tavola sotto: sia Badoglio che Abraham parlano in italiano, i balloon sono poligonali in entrambi i casi, tuttavia le linee dei balloon di Badoglio sono dritte e spigolose, quelle di Abraham più morbide e incerte.
Nel fumetto i balloon possono essere inseriti direttamente nel disegno, oppure aggiunti in post-produzione. Io preferisco la prima opzione, e quindi l’operazione di sostituzione mi costringe ad un lavoro di cancellature, sbianchettature, pecette, montaggio in Photoshop, rifiniture coloristiche. È un lavoro piuttosto delicato e oneroso, ma l’impressione è che il progetto faccia un salto di qualità.
Che ne pensi? Sono sempre alla ricerca di feedback onesti e spietati, e se ti va di fare un salto domenica sera al Parco della Zucca, possiamo parlarne di persona.
A differenza del cinema, dove la versione in lingua originale è fondamentale per apprezzare la recitazione degli attori.